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Ministro Manfredi, dove sei?

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Ci sono parti sociali, che rappresentano a livello nazionale studenti, dottorandi e ricercatori precari, che il Ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi non ha ancora incontrato (neanche in forma telematica) dal suo insediamento, così come non è intervenuto al CNSU. Chiediamo, ancora una volta, un incontro.

Nuovo Ministro, nuovo Ministero, ma il Miliardo di euro per l’Università dov’è? Tutti in piazza il 9 gennaio per il futuro dell’Università e della Ricerca

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Le prime moderate dichiarazioni del neoministro dell'Università sull’ammontare delle risorse da impiegare non fanno ben sperare. Sarebbe il caso che Gaetano Manfredi ponesse le stesse condizioni di Fioramonti: investire almeno un 1 mld di euro per Università e Ricerca nella prossima finanziaria, pena le sue dimissioni. Noi ci mobiliteremo giovedì 9 gennaio 2020 per chiedere un congruo rifinanziamento e radicali riforme del mondo accademico.

Le dimissioni di Fioramonti: un'occasione per guardare alla Luna e non al dito

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Prendiamo atto della notizia delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti dal suo incarico di ministro dell'Istruzione, avvenuto in seguito all'approvazione di una Legge di Bilancio. Pur apprezzando la coerenza del suo gesto, riteniamo che il dibattito di queste ore non colga il nodo centrale del problema. Abbiamo bisogno di un sistema formativo che sia realmente motore dello sviluppo del Paese ma ancora prima delle persone che lo attraversano: per costruirlo, sia chiaro a ogni ministro e a ogni governo, servono risorse.

Verso un Fioramonti 2.0? Considerazioni a margine dopo il flop della legge di bilancio

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La legge di bilancio è stata un totale fallimento in termini di risorse per l'università e la ricerca, nonostante le minacce di dimissioni del Ministro Lorenzo Fioramonti. All'attuale inquilino di Viale Trastevere chiediamo un netto cambio di passo e un serrato confronto su una radicale riforma del postdoc e del preruolo con un sensibile rifinanziamento del settore.

La Caporetto della ricerca

Niente per i dottorandi, niente per gli assegnisti, niente per la ricerca: questo è il desolante quadro che emerge dalla legge di bilancio. Conosciamo le difficili contingenze in cui si trova il Paese, e proprio per questo riteniamo indecente che non si trovi neanche una briciola di risorse per il settore che più di tutti ha pagato i tagli lineari e la crisi del 2008 e che rappresenta un volano fondamentale per la crescita economica e sociale del sistema.

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