XII Indagine ADI su Postdoc: Il precariato come condizione strutturale del sistema della ricerca e dell’Università in Italia

Il 2 luglio 2025, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, l’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia ha presentato i risultati della XII Indagine annuale sulla condizione del post-doc in Italia, che ha raccolto 2.888 risposte tra aprile e agosto 2024 da ricercatrici e ricercatori attivi nelle università e nei centri di ricerca italiani.

I dati emersi tracciano un quadro preoccupante: il precariato non è un’anomalia, ma una condizione strutturale del sistema universitario italiano. A fronte di una crescente domanda di formazione, innovazione e ricerca, la figura del post-doc rimane ancorata a contratti brevi, finanziamenti instabili e assenza di prospettive di stabilizzazione. L’86,5% delle posizioni attualmente attive scadrà entro luglio 2026. Senza un piano strutturale di reclutamento e stabilizzazione, quasi nove ricercatori su dieci rischiano di essere espulsi dal sistema accademico nel giro di un anno. Un esito che metterebbe in seria difficoltà università e centri di ricerca, proprio mentre si richiedono sforzi straordinari per l’ampliamento dell’accesso a medicina e il miglioramento dell’offerta formativa. Più del 30% delle posizioni ha una durata inferiore a un anno, percentuale che sale al 43% per quelle finanziate da PRIN e PON. Sono particolarmente brevi le borse di ricerca (50,5%) e gli assegni di ricerca (42,8%). La retribuzione mediana netta mensile è pari a 1.630 euro, nonostante il 28,4% dei ricercatori dichiari di lavorare oltre 46 ore a settimana, senza alcuna tutela per straordinari, malattia o disoccupazione. I finanziamenti si confermano frammentati e instabili: il 28% delle posizioni è finanziato dal PNRR, il 26% da PRIN, mentre solo il 24% è sostenuto da fondi istituzionali (FFO), segnando una preoccupante dipendenza da progettualità a termine.

L’indagine evidenzia anche disuguaglianze strutturali di genere, territoriali e legate al benessere psicologico. Le donne ottengono più assegni e borse di ricerca, ma meno contratti da ricercatore a tempo determinato rispetto agli uomini (26,3% contro 32,8%), a conferma di un divario nell’accesso alle posizioni più stabili. Permane una scarsa mobilità geografica nel post-doc: l’85% di chi lavora al Sud ha conseguito il titolo nella stessa area, mentre solo il 7% di chi lavora nei centri di ricerca nazionali proviene dal Mezzogiorno. Il 74% degli intervistati si dichiara molto preoccupato per la possibilità di trovare un impiego nei prossimi due anni. I dati sulla qualità del sonno, sullo stress e le testimonianze raccolte evidenziano l’impatto negativo della precarietà sulla salute mentale.

Questi numeri descrivono un sistema della ricerca che non solo non valorizza i giovani ricercatori, ma li spinge all’uscita dopo anni di formazione e di contributi fondamentali alla ricerca pubblica e al sistema-Paese. Siamo di fronte alla più urgente crisi lavorativa del Paese: la vita e il lavoro di decine di migliaia di persone rischiano di essere interrotti entro luglio 2026. Serve un cambio radicale di rotta che unisca tutte le forze politiche: contrattualizzare tutte le figure che svolgono attività di ricerca e didattica e finanziare in modo stabile il reclutamento universitario. Ogni ulteriore rinvio significa cedere il futuro dell’Italia, favorire la fuga dei cervelli, condannare il Paese a uno sviluppo di bassa qualità, perdendo in partenza la sfida delle transizioni ecologica, digitale e demografica.

La conferenza di presentazione è stata ospitata dal Senatore Francesco Verducci (Partito Democratico) e ha visto la partecipazione del Dott. Davide Clementi, Segretario nazionale ADI, della Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Rosaria Pisani, della Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, Alessia Conti, del Dott. Marco Malgarini, Dirigente dell’Area Valutazione della Ricerca dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), e del Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università degli Studi di Catania e coordinatore della Commissione ricerca della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI). Per ADI sono intervenuti il Dott. Giuseppe Lipari, Coordinatore del Centro Studi e Documentazione ADI, la Dott.ssa Emma Sofia Lunghi, del Centro Studi e Documentazione ADI, e la Dott.ssa Claudia Migliazza, Rappresentante nazionale eletta dei dottorandi e delle dottorande in CNSU. Hanno preso parola anche la Vicepresidente del Senato, Sen. Maria Domenica Castellone (Movimento Cinque Stelle), la Senatrice a vita Prof.ssa Elena Cattaneo, il Senatore Nicola Irto (Partito Democratico), l’On. Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi-Sinistra) e il Prof. Massimiliano Tabusi in rappresentanza della Rete 29 Aprile.

L’ADI ringrazia per la partecipazione le seguenti associazioni, realtà istituzionali e sindacali partecipanti: BBlab Bocconi, la Commissione Formazione e Orientamento del Consiglio Nazionale dei Giovani, Confederazione degli Studenti, Federazione dei Lavoratori della Conoscenza - CGIL, Gioventù Federalista Europea, Link-Coordinamento Universitario, Primavera degli Studenti, Unilab-Svoltastudenti, Unione degli Universitari, Unione Giovanile della Sinistra.

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