Concorso FIT, giustizia amministrativa e valorizzazione del Dottorato

Concorso FIT | Corte costituzionale | La giustizia amministrativa apre nuovi spiragli per tutti i dottori di ricerca in Italia.

Concorso FIT | Corte costituzionale | La giustizia amministrativa apre nuovi spiragli per tutti i dottori di ricerca in Italia.

Il 10 dicembre, l’avvocato Emilio Robotti del Foro di Genova ha depositato un atto d’intervento presso la Corte costituzionale in rappresentanza di ADI, a seguito dell’ordinanza di rimessione del Consiglio di Stato dello scorso 3 settembre 2018 − pubblicata nel registro ordinanze n. 266 del 2018 − in cui si sostiene l’illegittimità costituzionale dei commi 2, lettera b), e 3 dell’art. 17 del d.lgs. 59/2017, che disciplinano la fase transitoria del reclutamento dei docenti della scuola secondaria.

In particolare, la questione di legittimità costituzionale riguarda il fatto che il concorso per l’accesso al ruolo della scuola secondaria sia riservato alle sole categorie dei docenti in possesso, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo citato, del titolo abilitante all'insegnamento nella scuola secondaria. Questa previsione esclude coloro che, per ragioni contestuali, non hanno potuto conseguire per tempo tutti i requisiti richiesti. In subordine, il massimo organo di giustizia amministrativa ritiene incostituzionale che non sia consentita la partecipazione ai dottori di ricerca per le classi di concorso coerenti con il loro percorso di formazione.

Contestualmente, il Consiglio di Stato ha ammesso con riserva al concorso riservato il collega dottore di ricerca ricorrente, non in virtù di una equiparazione tra il dottorato e l’abilitazione all’insegnamento, ma perché non messo nelle condizioni di dotarsi dei requisiti necessari. Infatti, sarebbe mantenuta la verifica dei 24 CFU come requisito per accedere al concorso. Con questa istanza presso la Corte costituzionale chiediamo di verificare potenziali elementi discriminatori dell’attuale normativa per l’accesso all’insegnamento.

Da sempre l’ADI si batte per la valorizzazione del titolo nelle procedure di reclutamento nella pubblica amministrazione e nella scuola, per il pieno riconoscimento delle competenze acquisite durante il percorso dottorale e per garantire una giusta e coerente integrazione tra il dottorato di ricerca e i percorsi di accesso alla scuola. Con questa azione auspichiamo che la Corte costituzionale solleciti il legislatore a valorizzare il dottorato di ricerca a scuola, nella pubblica amministrazione e nelle imprese, riconoscendo le elevate competenze che possono offrire al nostro Paese tante colleghe e tanti colleghi che hanno conseguito il più alto titolo di studio.

Vogliamo ringraziare tutti i soci volontari ADI che si sono prodigati per realizzare un atto giuridico di altissimo livello, con il quale speriamo di ottenere il giusto riconoscimento giurisdizionale e istituzionale. Ancora una volta i nostri militanti hanno confermato cosa un ricercatore debba essere: qualcuno che metta a disposizione della comunità le proprie risorse e la propria formazione per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti.