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Cattedra Natta: i 500 "eccezionali" e il futuro dell'università italiana

"Davvero, non meritavo tutto questo."

La creazione del “Fondo per le Cattedre Universitarie del Merito Giulio Natta” ha ben poco di meritorio. Presentato come piano straordinario per il rientro dei “cervelli in fuga”, il provvedimento avrà un impatto irrisorio sulla reintegrazione del personale docente, falcidiato dai tagli degli scorsi anni. Inoltre non eviterà l’espulsione dal sistema universitario di migliaia di ricercatori precari: il 93.5% di loro, infatti, continuerà a non avere alcuna speranza di ottenere un contratto a tempo indeterminato (dati VI Indagine ADI). Infine renderà le procedure di reclutamento universitario sempre più inique e poco trasparenti. L’ADI si oppone dunque con forza all’ennesima misura eccezionale, che ancora una volta lascia irrisolti i principali problemi strutturali dell’università italiana.

Palermo, l'ADI con i ricercatori non strutturati. Più fondi alla ricerca, basta con il precariato

Pubblichiamo qui di seguito il testo del comunicato stampa che i precari della ricerca dell'Università di Palermo hanno inviato alle massime autorità accademiche e politiche, in occasione della partecipazione del Presidente del Consiglio all'inaugurazione dell'anno accademico del loro ateneo.

L'ADI si schiera con decisione a sostegno dei colleghi, rivendicando maggiore attenzione ai temi dell'Università e dalla Ricerca, sollecitando un rifinanziamento dell'Università pubblica e maggiori opportunità di carriera per i ricercatori non strutturati. La VI Indagine ADI su Dottorato e Post-Doc conferma infatti che gli effetti dei tagli e del ridimensionamento dell'università si scaricano quasi totalmente sulle componenti più deboli della comunità accademica. Nei prossimi anni solo il 6,5% di chi attualmente è assegnista di ricerca riuscirà ad accedere ad una posizione lavorativa stabile negli atenei italiani. Si accentuano inoltre le disuguaglianze tra università del nord e del centro-sud del paese, con l'evidente contrazione dei posti a bando che penalizza maggiormente il sud.

PhD Portraits: dottorandi e dottori di ricerca si raccontano

Il percorso del dottorato di ricerca è un susseguirsi di molteplici attività formative e lavorative. Ricerca bibliografica e archivistica, convegni e attività seminariali, esperimenti di laboratorio, supporto alla didattica e molto altro si condensano nel corso di tre anni: un'esperienza lavorativa complessa, unica e specifica per la quotidianità vissuta da ogni dottorando.

L'iniziativa PhD Portraits vuole restituire la ricchezza e la diversità delle esperienze che dottorandi e dottori di ricerca vivono ogni giorno, descrivendo le attività e i risultati del loro lavoro, nonché le ragioni che li hanno spinti a intraprendere questa strada.

 

Reclutamento e futuro della Ricerca - Roma 28 aprile 2016

Giovedì 28 aprile 2016, a Roma, presso l’Hotel Nazionale a Piazza Montecitorio, si terrà l'incontro "Reclutamento e futuro della Ricerca", organizzato dall'ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani e da FLC CGIL, CRNSU, LINK e Rete 29 Aprile a Roma. L'incontro, che avrà inizio alle ore 14.00, è finalizzato all'apertura di un confronto pubblico con le forze politiche e con i parlamentari di Camera e Senato sulle diverse proposte di riforma del pre-ruolo e del reclutamento accademico, in vista della ripresa dei lavori sul DDL Pagliari.

Dai 700 ai 900 euro al mese per 6 mesi: l'indennità per dottori di ricerca e assegnisti in caso di estensione della DIS-COLL

Dai 700 ai 900 euro al mese per 6 mesi: a tanto ammonterebbe, in base ai nostri calcoli, l'indennità di disoccupazione per neo dottori di ricerca e assegnisti in caso di estensione della DIS-COLL. 

Si tratta di importi che consentirebbero a neo dottori e assegnisti di cercare con maggiore serenità un'occupazione che valorizzi le competenze acquisite durante il percorso universitario, di concludere le ricerche svolte negli anni precedenti, di focalizzarsi sulla preparazione per il prossimo passo della carriera... insomma di poter contare su un ammortizzare minimo per affrontare i rischi del precariato.  

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