In data 29 gennaio 2015, il CUN ha approvato il documento “Ripensare l’assetto della docenza universitaria. III. I contratti pre-ruolo”.
Con questo documento il CUN aggiunge un fondamentale tassello al progetto di ripensamento del sistema di reclutamento accademico, considerando la valorizzazione dei giovani ricercatori come uno dei fattori decisivi per la riqualificazione dell'Università italiana. Come ADI abbiamo fortemente sostenuto, dentro e fuori il CUN, l'esigenza di un programma di profonda riforma del pre-ruolo che mettesse fine a quella vera e propria 'via crucis', culminante con l’espulsione dal sistema, creata attraverso la Riforma Gelmini per i giovani ricercatori.
Il documento approvato dal CUN, anche con il nostro voto, pone al Legislatore la necessità improcrastinabile di ridurre il periodo di precariato nel pre-ruolo (che attualmente può allungarsi fino ai 12 anni) e di aumentare le tutele per i giovani ricercatori attuando pienamente la Carta europea dei ricercatori. Inoltre sottolinea la priorità di un piano straordinario per il reclutamento e della predisposizione di opportuni finanziamenti per il superamento del dottorato senza borsa.
Più nel dettaglio le proposte contenute nel documento sono:
- definizione di un’unica figura di ricercatore a contratto, finalizzata all’inserimento di giovani studiosi nella ricerca universitaria, che unifichi le attuali posizioni di assegnista di ricerca e Ricercatore a Tempo Determinato di tipo a);
- attribuzione al ricercatore a contratto del diritto a partecipare ai concorsi per Ricercatore a Tempo Determinato di tipologia b) ovvero, in prospettiva, a quelli per Professore Iunior;
- applicazione al ricercatore a contratto delle condizioni vigenti per gli attuali Ricercatori a Tempo Determinato per quanto concerne le tutele in materia previdenziale (le indennità di maternità, le garanzie in caso di malattia o infortuni) e la rappresentanza con diritto di voto nei consigli di dipartimento;
- identificazione di modalità specifiche per il sostegno finanziario di dottorandi senza borsa e per lo svolgimento di specifici compiti di ricerca all’interno di progetti di ricerca.
La proposte del CUN rappresentano un passo in avanti da parte della comunità accademica. La battaglia dell'ADI per i giovani ricercatori, però, non si ferma qui, continua dentro e fuori gli atenei, con la partecipazione e il supporto alla crescente mobilitazione di una generazioni di studiosi che non si rassegna a rinunciare al proprio futuro. Che poi è il futuro dell’Università.
Pubblicato Gio, 12/02/2015 - 19:45