Elezioni per dottorandi ed assegnisti per il Senato Accademico della Sapienza: un risultato storico per tutta la categoria

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Dopo due anni di battaglie e di lavoro con il rettorato e gli organi centrali della Sapienza, finalmente è stato ufficializzato il regolamento per l’indizione delle elezioni per il seggio elettivo di dottorandi e assegnisti nel Senato Accademico. Dal 31 marzo al 3 aprile 2020, in concomitanza con le elezioni studentesche, per la prima volta nella storia dell’ateneo migliaia di colleghi potranno scegliere il proprio rappresentante in un organo centrale. Purtroppo, si tratta di un risultato parziale, che non garantisce la piena rappresentatività delle nostre categorie, ancora una volta penalizzate rispetto alle altre componenti accademiche. Il seggio istituito è infatti di natura aggiuntiva, cioè senza diritto di voto in Senato, e questo rappresenta un’inaccettabile discriminazione a danno di circa 4.000 fra dottorandi e assegnisti. Oltre a fare i conti con una condizione lavorativa precaria e incerta, la nostra categoria deve quindi prendere atto del fatto di essere considerata una categoria di serie B dallo stesso ateneo per il quale ogni giorno lavora al pari delle altre. Pur riconoscendo questa grande conquista, la sede di ADI Roma continuerà a lottare affinché il seggio assegnato a dottorandi e assegnisti abbia pieno diritto di voto.

Come se ciò non fosse abbastanza, nel regolamento elettorale vengono inspiegabilmente mantenute alcune regole stringenti prettamente relative alle elezioni dei seggi con pieno diritto di voto. Ci riferiamo all’imposizione di un quorum del 10%, sotto il quale le elezioni non verrebbero ritenute valide, che per categorie precarie come le nostre, il cui lavoro è per natura atipico nelle modalità, nei tempi e nei luoghi di svolgimento, rappresenta un ostacolo non di poco conto. Inoltre, durante le consultazioni che hanno accompagnato la stesura del regolamento elettorale non è stata tenuta in considerazione la nostra richiesta di introdurre il meccanismo della presentazione delle liste elettorali, istituendo invece delle candidature nominali. Come ADI crediamo che la riconoscibilità delle associazioni di categoria durante le operazioni di voto sia un elemento che favorisce la valorizzazione di un progetto e di un programma collettivo che necessariamente devono trovarsi a supporto dei singoli candidati che poi andranno ad attuarlo. 

Di fronte a questi palesi impedimenti e discriminazioni ADI non si intimorisce, né si tira indietro. Anzi, accettiamo quest’ennesima sfida ed abbiamo intenzione di affrontarla a testa alta, elaborando un programma nella maniera che ci contraddistingue, ovvero in modo partecipato e presentando un candidato o una candidata competente. Consapevoli che questo passaggio elettorale, ancorché di fondamentale importanza, è solo l’inizio di tante altre battaglie da fare e, qualora verremo eletti, finalmente anche grazie allo strumento della rappresentanza in Senato Accademico.

Ringraziamo caldamente i soci ADI che si sono spesi in questa battaglia e i rappresentanti uscenti Anna Salvina Valenzano e Mattia Scandolo, senza i quali difficilmente saremmo riusciti ad ottenere questo importante risultato.