Sin dalle prime settimane di settembre hanno dominato la scena politica tematiche che abitualmente ne sono poste ai margini: il diritto all’istruzione e il sistema scolastico. Ambiti in cui il contrasto alla diffusione della Covid-19 rappresenta un sfida cruciale per tutta la società civile. Il Ministero dell’Istruzione ha, infatti, adottato alcune misure a tutela della salute di studenti, personale docente e non docente, affinché si possa minimizzare il rischio di contagio tra le mura scolastiche.
L’emergenza sanitaria causata dal nuovo coronavirus ha tolto il velo di Maya su atavici problemi della scuola: classi pollaio, carenze strutturali degli edifici scolastici, costante emorragia di docenti. Problemi noti da almeno vent’anni e che di certo non possono trovare soluzione in pochi mesi di gestione emergenziale. Pertanto, il Recovery Fund rappresenta un’occasione unica per poter iniziare a risanare un ambito da troppo tempo trascurato dalla politica.
Domani 26 settembre il Comitato “Priorità alla scuola” scenderà in piazza per chiedere maggiori investimenti derivanti dal fondo europeo straordinario sul settore scuola. Noi ci uniremo ad essi per riaffermare non solo la centralità del sistema di istruzione, ma anche la centralità del sistema accademico e della ricerca perché in ambito universitario studenti, dottorandi e precari della ricerca sono stati praticamente abbandonati a loro stessi. Basti pensare che molti dottorandi non possono ancora accedere a Biblioteche e laboratori, con gravi ripercussioni sulla loro attività di ricerca, e che mancano ancora risposte su proroghe per i dottorandi del XXXII e XXXIII ciclo e periodi di visiting o di studio e lavoro all’estero. Tutti temi che abbiamo posto sin dall’inizio della pandemia, allo scattare del lockdown, al Ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi in una lettera pubblica ed intorno alle quali abbiamo raccolto più di 10.000 firme.
Domani saremo quindi in piazza per difendere il mondo della Cultura e chiedere significativi investimenti in esso, a partire anche da massicce assunzioni di docenti e valorizzando i dottori di ricerca che desiderano insegnare.
Pubblicato Ven, 25/09/2020 - 15:46
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