Legge di bilancio 2018: sull'Università un passo avanti, due indietro

Legge di bilancio 2018: sull'Università un passo avanti, due indietro

Nella nottata si è concluso l’esame della Legge di Bilancio da parte della 5° Commissione del Senato, e da stamattina la manovra è all’esame dell’aula parlamentare.

La commissione ha esaminato un consistente numero di proposte di modifica degli interventi normativi previsti dal governo su dottorato e reclutamento e che ricalcavano in larga parte le proposte presentate da ADI nel contesto della campagna #laborsaelavita. La lunga discussione in commissione si è concentrata sugli emendamenti relativi all’aumento della borsa di dottorato, giungendo infine all’approvazione dell’emendamento 57.6 (a firma dei Senatori Verducci, Elena Ferrara, Marcucci, Di Giorgi, Idem, Fasiolo, Pagliari, Puglisi, Martini, Tocci, Zavoli, che ringraziamo). Nell’emendamento il fondo a favore dell’aumento delle borse di dottorato passa da 15 a 20 milioni di euro, una cifra inferiore rispetto a quanto proposto dall’ADI, ma che contribuirà a garantire un pieno recupero dell’aumento delle aliquote contributive INPS, passate in pochi anni dal 27.72% al 33.23%.

Purtroppo il clima pre-elettorale non ha incoraggiato una discussione seria sulle misure che, più di ogni altre, avrebbero garantito equità di trattamento per tutti i colleghi e contribuito a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di dottorandi, assegnisti e ricercatori precari. Sono stati così bocciati gli emendamenti relativi all’esenzione dal pagamento delle tasse per i dottorandi titolari di borsa di studio sulla scorta di quanto fatto l’anno scorso per i dottorandi non borsisti (pur supportati da una lettera aperta sottoscritta dal rappresentante dei dottorandi in CNSU/CUN e dai rappresentanti dei dottorandi di oltre 20 atenei a livello nazionale, oltre che da una mozione approvata dal CNSU), e alla garanzia di un budget per la mobilità internazionale per i dottorandi senza borsa.

Ovviamente la battaglia prosegue: ADI ha già presentato le sue proposte in merito all’esenzione dalle tasse e al budget destinato ai senza borsa al MIUR, chiedendo che vengano inserite nel quadro della prossima revisione della normativa sull’accreditamento dei corsi di dottorato.

Sul fronte del pre-ruolo, dopo il piano per il reclutamento di 1600 ricercatori, registriamo purtroppo l’ennesima chiusura da parte del governo a ogni misura necessaria a garantire un futuro a migliaia di assegnisti e ricercatori precari. Le proposte formulate da ADI, ARTeD, CRNSU, Rete29Aprile e FLC-CGIL ed incluse nelle varie riformulazioni all’emendamento 55.21, non sono state discusse in commissione. Quanto accaduto è estremamente grave, considerando che 1326 assegnisti di ricerca, a causa del superamento del limite di 6 anni su questa tipologia di contratti imposto dalla Legge 240/2010, non potranno avere ulteriori contratti di questo tipo. Senza un vero cambiamento di rotta, il 10% dei giovani ricercatori italiani avrà forti difficoltà a continuare il proprio lavoro di qui a 12 mesi: uno scenario inaccettabile, e su cui chiediamo al governo di riflettere fin da subito.

Anche la partita sul pre-ruolo non finisce qui: porteremo le nostre proposte sul reclutamento anche alla Camera dei Deputati, dove chiederemo di nuovo che vengano prese in considerazione ed approvate nel più breve tempo possibile.