Il dottorato nei decreti attuativi della Legge 107/2015: luci ed ombre

È di pochi giorni fa l’emanazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto legislativo sul "Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria". Nelle scorse settimane, l’ADI aveva inviato alle Commissioni Parlamentari una serie di proposte atte ad agevolare l’accesso dei dottori di ricerca all’insegnamento nelle scuole secondarie, attraverso il nuovo percorso triennale di formazione e tirocinio (FIT).

ADI accoglie con favore il vincolo, esplicitato all'art.3 comma 7 del decreto, a valorizzare il titolo di dottore di ricerca in termini di punteggio in sede concorsuale, così come auspicato e proposto dall'assocazione. Pur delegando la definizione del punteggio alla decretazione del MIUR, il vincolo costringerà il ministero a tenere in debito conto il titolo di dottore di ricerca in tutti i futuri concorsi per l'accesso all'insegnamento.

ADI denuncia invece con forza la chiusura del governo rispetto alla richiesta, avanzata anche dalle organizzazioni studentesche, di modificare o eliminare il requisito relativo ai 24 CFU in ambito antropo-psico-pedagogico per l’accesso al FIT.  Come evidenziato in precedenza, il requisito penalizza ingiustamente i dottori di ricerca e i laureati che hanno già dovuto integrare il proprio percorso di studi con corsi, peraltro svolti a pagamento, necessari per l'accesso al terzo ciclo di TFA, atteso per anni e che non ha ancora avuto luogo. Oltre al danno, in termini economici e di tempo perduto, i colleghi devono anche subire la beffa di dover conseguire altri 24 CFU ex novo, ancora a pagamento e in tempi strettissimi, visto che il governo prevede la pubblicazione del primo bando per il corso-concorso nel 2018. Come se non bastasse, non è chiaro in che modo sia possibile garantire il conseguimento di questi CFU negli atenei e nei corsi di dottorato in cui non siano attivati insegnamenti in ambito antropo-psico-pedagogico.

L'ADI rinnova dunque con forza la richiesta di eliminazione del requisto relativo ai 24 CFU richiesti per l'accesso al FIT, e si batterà affinché i colleghi non vengano penalizzati dal nuovo sistema di requisiti.

Nei prossimi mesi il MIUR tradurrà in un bando le indicazioni espresse nel decreto legislativo. Molto resta dunque ancora da fare: in questa fase l’ADI vigilerà affinché sia data piena attuazione alla valorizzazione del dottorato di ricerca. In particolare, nel quadro della nuova normativa, faremo pressione sul MIUR per ottenere:

  • Un effettivo riconoscimento, nei termini di un congruo punteggio in sede concorsuale, del titolo di dottore di ricerca;
  • La possibilità di affrontare un percorso FIT semplificato, in termini di CFU relativi a competenze già acquisite nel corso del dottorato;;
  • La compatibilità di frequenza del FIT con il dottorato e l'assegno di ricerca;
  • Nel caso sia mantenuto il requisito relativo ai 24 CFU in ambito antropo-psico-pedagogico per l'accesso al FIT, la garanzia di poterli conseguire gratuitamente all'interno di ogni ateneo italiano;
  • L’introduzione di un'adeguata retribuzione per i tirocinanti, che consenta di seguire un percorso triennale a tempo pieno di formazione e lavoro con la dovuta serenità.

Anche sulla scuola, dunque, continua l'impegno di ADI a favore di tutti i dottorandi e i dottori di ricerca.

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