Cattedre Natta? No, grazie

Nonostante la riduzione sensibile dell’organico universitario, le condizioni di assoluto precariato in cui versa la maggioranza dei ricercatori non strutturati e il numero di laureati in calo, anche questa legge di stabilità non prevede le misure necessarie a garantire un futuro all’università italiana: il fondo di finanziamento resta invariato e non si risolve affatto la difficoltà degli enti per il diritto allo studio di assicurare una borsa di studio agli aventi diritto. Viene anzi presentato l’ennesimo provvedimento spot, che assegna 400 borse di studio a degli studenti eccezionalmente meritevoli che contemporaneamente vivono condizioni di indigenza economica. Non c’è alcuna misura relativa al dottorato e quelle riguardanti i ricercatori sono non strutturali e incentrate su una logica competitiva che impone una lotta serrata per accaparrarsi le poche briciole rimaste.

È in questo contesto che il Governo Renzi intende approvare il Decreto sui docenti di merito “Giulio Natta”, con cui si intende istituire 25 commissioni, i cui membri saranno nominati dal Governo, deputate a selezionare 500 superprofessori. La possibilità che sia il Governo a scegliere i docenti lede profondamente il principio democratico dell’autonomia universitaria, oltre che minare profondamente il principio della libertà di ricerca e di insegnamento e quindi anche il diritto al libero apprendimento degli studenti e delle studentesse, che non possono accettare una formazione governativa. Oltretutto è molto grave l’istituzione di un costoso canale parallelo di reclutamento riservato a pochi, mentre migliaia di ricercatori non strutturati e docenti precari devono sottostare ai discutibili criteri dell’ANVUR e dell’ASN per poi essere espulsi in massa dall’Università.

Come se non bastasse, lo stesso Consiglio di Stato, in un parere del 4 Novembre, ha sottolineato le tante criticità del Decreto, chiarendo che risultano probabili profili di incostituzionalità per quanto attiene il rispetto dell’autonomia universitaria.

Insomma, questa misura fa acqua da tutte le parti. Per queste ragioni, quali studenti, dottorandi e ricercatori che sin dall’approvazione della legge si sono mobilitati per l’eliminazione delle cattedre Natta, siamo pronti a proseguire il nostro stato di agitazione per ottenere l’abrogazione del provvedimento e la destinazione di questi fondi al reclutamento ordinario di ricercatori e docenti precari.

Il 14 Novembre saremo davanti a tutti i Rettorati delle università italiane, con striscioni e volantini per spiegare quanto si sta discutendo in parlamento e le nostre ragioni. Chiederemo ai Rettori un’immediata presa di posizione per l’abrogazione della legge, un sussulto di dignità in difesa dell’autonomia universitaria.

Scenderemo, inoltre, in piazza il 17 Novembre, per un sistema universitario più democratico, per costruire un’università non per pochi ma per tutti!

Caro Renzi
Docenti di Governo?
NO GRAZIE.

LINK – Coordinamento Universitario

ADI – Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani

Rete29Aprile