1. Aggancio della borsa di dottorato al minimale contributivo INPS e abolizione delle tasse di frequenza

Le principali battaglie di ADI per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro dei dottorandi hanno riguardato l’aumento dell’importo netto della borsa di dottorato e l’abolizione delle tasse di iscrizione e frequenza per tutti i dottorandi. In questi anni abbiamo fatto approvare numerose mozioni sul tema in CNSU e lanciato la campagna La borsa e la vita, culminata con due distinti successi: la previsione in legge di bilancio di fondi dedicati all’abolizione delle tasse per i dottorandi senza borsa e all’aumento dell’importo minimo della borsa di dottorato.

Entrambe queste grandi vittorie sono il frutto del costante impegno di ADI su questo fronte, ma non rappresentano un risultato definitivo. L’importo attuale della borsa continua ad essere inferiore (per poco meno di € 400 all’anno) al minimale contributivo INPS, che attualmente corrisponde a € 15.710. Per questa ragione i dottorandi con borsa non si vedono ancora riconoscere l’intera annualità dei contributi versati in gestione separata a fini previdenziali. Parallelamente, molti atenei hanno introdotto tasse di iscrizione per i dottorandi borsisti, spesso consistenti in cifre altissime. Si tratta di una vera e propria “tassa sul talento”, che impone ai dottorandi borsisti di pagare per lavorare e frequentare il corso di dottorato. Una situazione insostenibile, contro la quale ci battiamo da anni.

 

Cosa vogliamo fare

L’obiettivo è lavorare affinché l’importo minimo della borsa di dottorato venga aumentato fino, almeno, al minimale contributivo per la gestione separata, stabilito annualmente dall’INPS. Un tale incremento della borsa non servirebbe solo a migliorare le condizioni di vita dei dottorandi, ma permetterebbe di avere il riconoscimento di una annualità contributiva a fini pensionistici. Fondamentale è che l’importo minimo della borsa si adegui automaticamente al minimale contributivo, il cui ammontare varia di anno in anno, in modo da non essere mai inferiore.

Vogliamo continuare a lottare per l’abolizione totale delle tasse di iscrizione e frequenza per dottorandi borsisti (come già ricordato, grazie ad ADI i senza borsa sono già esentati), che consideriamo ingiuste e inique.

 

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