Ricerca scientifica e docenti di ruolo: valorizzare i titoli accademici nella mobilità e nella continuità didattica

Nei prossimi giorni si svolgeranno gli incontri finali tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e i sindacati firmatari del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore Scuola per discutere della mobilità dei docenti per l'anno 2016.  Tra i temi affrontati nel tavolo MIUR-sindacati ci sarà anche quello del punteggio di continuità didattica, cioè il punteggio che viene attribuito per ogni anno di insegnamento nella stessa scuola senza interruzione di servizio, punteggio che può fare la differenza nelle graduatorie di istituto

Per quanto concerne i titoli valutabili ai fini della mobilità dei docenti di ruolo, l'ADI auspica che sia adeguatamente considerato il possesso del dottorato e dell'assegno di ricerca.

In merito al punteggio di continuità didattica dobbiamo rilevare che, fino ad oggi, i periodi trascorsi a svolgere attività di ricerca sono stati considerati alla stregua di interruzioni nella carriera del docente e non come un investimento sulle sue competenze. Questo perché, evidentemente, la ricerca non è considerata funzionale all’interesse pubblico, a differenza di altre fattispecie - talune anche molto discutibili - di aspettativa o distacco. Si tratta di una posizione difficilmente sostenibile, anche in ragione del fatto che l’approfondimento delle competenze possedute dai docenti nelle rispettive discipline potrebbe ben rientrare negli obblighi di “formazione permanente” degli insegnanti. 

A livello concreto questo mancato riconoscimento si traduce nel rischio, per quei docenti che decidono di intraprendere un corso di dottorato o di dedicarsi alla ricerca, di diventare “perdente posto”, ovvero anche se titolari di contratto a tempo indeterminato rischiare di perdere la cattedra assegnata, assumendo la qualifica di soprannumerario a causa del punteggio relativamente basso all'interno della graduatoria di istituto.

Il Ministro Giannini, già sollecitato sulla questione in una interrogazione parlamentare, ha risposto rimandando il riesame della norma vigente in materia alla sottoscrizione, unitamente alle organizzazioni sindacali, del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo.

L’ADI auspica un intervento che si traduca nel riconoscimento del punteggio per la continuità didattica anche per il personale docente che segue percorsi di dottorato di ricerca e post-doc, percorsi che contribuiscono allo sviluppo della comunità scientifica e al miglioramento delle competenze di coloro che ne sono protagonisti e, di conseguenza, della qualità dell'insegnamento che sono in grado di offrire.

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