8 marzo – ADI supporta lo sciopero globale femminista e transfemminista promosso dal collettivo Non Una Di Meno

Ancora una volta, le precarie e i precari della ricerca aderiscono e supportano ma non sono nelle condizioni di scioperare concretamente poiché, in assenza di un’adeguata contrattualizzazione, non esiste sciopero che arrechi danno al sistema più di quanto non lo arrechi al singolo.

Per questo, oggi invitiamo tutti/e i/le soci/e dell’Associazione e tutti/e i/le precari/e della ricerca ad accogliere l’appello di Non Una Di Meno a partecipare allo sciopero nel modo che la propria condizione consente, sospendendo, rallentando o differendo le attività lavorative tutte, convertendole in informazione sui temi dello sciopero, parlando, diffondendo, sensibilizzando, in un’ottica trasversale e intersezionale delle lotte.

In occasione della Giornata Internazionale della Donna ADI ribadisce che l’8 marzo, anche quest’anno, non c’è nulla da festeggiare. La condizione delle ragazze e delle donne in Italia continua infatti a essere precaria. Fra gennaio e febbraio sono stati già 8 i femminicidi avvenuti nel nostro paese, il doppio rispetto al 2022 (https://femminicidioitalia.info/lista/2023), mentre per quanto riguarda la parità di genere, l’Italia è 63° su 146 paesi, secondo il Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum.

In ambito accademico, la segregazione verticale e orizzontale nelle Università si presenta ancora a livelli inaccettabili. Il divario fra studenti e studentesse nelle STEM da una parte e nelle humanities e nelle scienze dell’educazione dall’altra è ancora molto profondo, con una concentrazione maschile nel primo ambito e femminile negli ultimi due, conducendo ad un acuirsi delle differenze economiche in base al genere.

Inoltre, se le donne laureate sono ormai in netta maggioranza rispetto agli uomini (quasi il 60% secondo AlmaLaurea), dopo la laurea la percentuale di donne in accademia decresce sensibilmente in tutte le discipline, dopo (dal 46% di ricercatrici fino al 41% di associate e 26% di ordinarie (rapporto 2022 CNSU).

Infine, i dati relativi alle persone transgender e gender non-conforming sono pressoché irreperibili e le carriere alias ancora poco diffuse nelle nostre università, impedendo il monitoraggio della situazione e ostacolando politiche mirate e rivendicazioni, nonché causando un clima ulteriormente difficile e discriminante.

ADI ribadisce il suo impegno per la parità di genere, contro ogni forma di discriminazione.